1.- Patagonia, spazi enormi e selvaggi battuti dai venti e la luce intensa.
Formata dalle province di La Pampa, Neuquen, Rio Negro, Chubut e Santa Cruz la
Patagonia Argentina offre agli occhi del visitatore una natura che non ha conosciuto, se non nei pochi centri urbani, l'intervento dell'uomo. Spazi enormi e selvaggi battuti dai venti e la luce intensa danno immediatamente la sensazione di essere in una terra alla "fine del mondo".
La
Patagonia è la zona più australe dell'
Argentina, e con i suoi 787.291 Km quadrati rappresenta un terzo del territorio nazionale.
Nonostante la sua estensione la
Patagonia è senza dubbio la regione meno densamente popolata del Paese.
La patagonia si estende da nord a sud dal río colorado fino alla Terra del Fuoco, e da ovest a est dalla cordigliera andina all'Oceano Atlantico.
2.- La carne e la sua produzione sono una tradizione centenaria e un business colossale.
C'è un luogo sulla Terra in cui la carne e la sua produzione sono una tradizione centenaria e un business colossale: l'Argentina.
Dalla seconda metà dell'Ottocento, con l'invenzione delle celle frigorifere e la loro introduzione sulle navi, il Paese sudamericano è divenuto, grazie alle sue infinite praterie e ai suoi allevamenti, uno dei maggiori esportatori di carne del mondo.
Un primato economico che ha i suoi risvolti anche sul piano meramente gastronomico:
in Argentina il piatto nazionale non poteva che essere un grigliata mista di carne, il famos Il nome non è altro che la traduzione spagnola di arrosto, ma non un arrosto qualsiasi, per gli argentini asado è l'Arrosto per eccellenza, l'unico modo di concepire la cottura della carne.
La tradizione dell'asado si lega a doppio filo con l'epopea dei
gauchos, i leggendari mandriani meticci che conducevano il bestiame lungo le distese sterminate delle Pampas: a loro si deve la nascita dell'asado e l'elaborazione di numerose varianti, tra cui l'asado con cuero, che si fa sotterrando un bue o un vitello, con tutta la pelle, in una fossa dove il fuoco brucia per ore e ore.
3.- Santa Fe sorge di fronte alla città di Paraná, alla quale è collegata dal Tunnel Subfluviale Hernandarias.
Santa Fè è la capitale dell'omonima provincia.
È situata nella parte nord-orientale del paese, nei pressi della confluenza dei fiumi Paraná e Salado.
Sorge di fronte alla città di Paraná, alla quale è collegata dal Tunnel Subfluviale Hernandarias.
La città è inoltre collegata tramite un canale con il porto di Colastiné, sul fiume Paraná. Santa Fe ha una popolazione di circa 370.000 abitanti, mentre la sua area metropolitana raggiunge i 454.000 abitanti, ed è la nona dell'Argentina.
Santa Fe è il principale centro commerciale ed il nodo di trasporto per una ricca area agricola che produce grano, oli vegetali e carne. È sede dell'Università Cattolica di Santa Fe, inaugurata nel 1959, dell'Università Nazionale del Litorale (fondata come Università Provinciale nel 1889, e dal 1959 con l'attuale denominazione), diversi musei e un consistente numero di edifici di epoca coloniale. Il simbolo della città è il Puente Colgante, costruito negli anni '20 del XX secolo, e, in seguito all'inondazione di 1983, ricostruito durante l'anno 2003.
4.- Salta è famosa per la tipica architettura in stile coloniale spagnolo ed è circondata da magnifici paesaggi.
Salta è una città situata nel nord-ovest dell'Argentina ai piedi della cordigliera delle Ande, capitale dell'omonima provincia. Famosa per la tipica architettura in stile coloniale spagnolo e circondata da magnifici paesaggi, è una delle più belle città argentine.
Ha una popolazione di circa 464.000 abitanti (2001), il che la pone all'ottavo posto fra le città dell'Argentina. La città è situata nella Valle del Lerma, ad un'altitudine di 1152 metri sul livello del mare. Il clima è caldo e secco, con una media annua di 756 mm di pioggia e una temperatura media di 16.4 °C (20.4 °C in estate, 10.8 °C in inverno). Gennaio e Febbraio sono i mesi con le maggiori precipitazioni.
Soprannominata Salta la Linda ("Salta la Bella"), è visitata da un grande numero di turisti, attratti principalmente dai suoi edifici imponenti, come la cattedrale del XVIII secolo (il Cabildo) e dal parco cittadino Plaza 9 de Julio. La città ospita anche diversi musei, fra cui il Museo de Alta Montaña, nel quale sono esposti i corpi di 3 bambini Inca scoperti mummificati e congelati sul monte Llullaillaco nel 1995.
Salta è inoltre il punto di partenza del "Treno delle Nuvole" (Tren de las nubes), e una fermata obbligatoria sulla via per Cafayate e l'omonima valle, così come per altre numerose destinazioni turistiche situate nelle vicinanze.
5.- San Carlos de Bariloche, nota come la Svizzera Argentina.
San Carlos de Bariloche (detta anche semplicemente
Bariloche) è una città dell'Argentina con una popolazione di circa 89.000 abitanti.
Si trova nella provincia del Río Negro, nella Patagonia nord-occidentale, ai piedi delle Ande, sulle sponde del lago Nahuel Huapi, circondata dai monti Tronador, Cerro Catedral e Cerro López.
È una famosa stazione sciistica ma offre anche altre attività quali sport aquatici, trekking e alpinismo. È nota come la
Svizzera Argentina.Il nome
Bariloche deriva dal termine Mapuche
Vuriloche, che significa "popolo che abita dietro la montagna" (furi = dietro, che = popolo).
Il passo Vuriloche era utilizzato dai Mapuche per attraversare le Ande e fu tenuto a lungo nascosto ai preti europei.
Fondata originariamente da austriaci e tedeschi intorno al 1895, prende il proprio nome da Carlos Wiederhold, il quale aprì un piccolo negozio in prossimità dell'attuale centro cittadino dopo aver attraversato le Ande dal Cile.
6.- Ushuaia, la città alla "fine del mondo": grossi leoni marini e un magnifico parco naturale.
Molti la definiscono la città alla “fine del mondo”. E, in effetti, eliminando il pathos un tantino drammatico, la definizione calza a pennello: Ushuaia è la città più australe del pianeta, l’ultima del mondo andando verso sud, insomma.
Per davvero ci si sente come alla fine di qualcosa ad Ushuaia. Il paesaggio è intensissimo e lascia senza respiro: fuori neve, sempre neve. Attorno montagne maestose e appena di là dallo sguardo, il Cile.
Se non siamo alla fine di questo mondo, a Ushuaia siamo senz’altro all’inizio di un altro: le atmosfere sono da favola, con quelle classiche casette di legno che restituiscono la vivida sensazione di una vita sorridente, gli alberi, poi, hanno nomi strani da paese delle meraviglie: Winteri di Drimys, Nothofagus e Magellano di Maytenus, tanto per dire.
C’è un po’ di tutto a Ushuaia. Le giornate scorrono lente, ma mai ripetitive: grossi leoni marini si aggirano in quantità considerevole in riva a quel mare che è perennemente troppo freddo per poter considerare la città balneare, c’è un magnifico Parco Nazionale, il Lapataia, che altro non è se non una foresta vergine fatta di alberi dai nomi impronunciabili e di un’aria tersa e che rigenera i polmoni. Il parco accoglie una quantità incredibile di castori sempre indaffaratissimi a costruir dighe di ogni tipo. Da Ushuaia si possono raggiungere, dopo una navigazione di otto giorni, Capo Horn e i fiordi occidentali, terre inospitali quanto attraenti e composte dai famosi ghiacciai della cordigliera Darwin.
7.- Le cascate del fiume Iguazu sono forse quelle più frequentate e conosciute del Sud America.
Le
cascate di Iguazu sono cascate generate dal fiume Iguazú situato sul confine tra lo stato Brasiliano del Paraná e la provincia Argentina di Misiones.
Il sistema di cascate consiste di circa 300 cascate, con altezze fino a 70 metri, lungo 2.7 kilometri del fiume Iguazù. La
Garganta del Diablo ("Gola del diavolo"), una gola a forma di U profonda 150 metri e lunga 700 metri, è la più imponente, e segna il confine tra Argentina e Brasile.
La maggioranza delle cascate sono nel territorio Argentino, ma dal lato Brasiliano (600 metri) si ottiene una visione più panoramica della
Garganta del Diablo.
Le cascate sono condivise dal Parco nazionale dell'Iguazú (Argentina) e dal Parco nazionale dell'Iguaçu (Brasile). Questi parchi sono stati designati dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1984 e 1986 rispettivamente.
Le cascate del fiume Iguazu sono forse quelle più frequentate e conosciute del Sud America.
Il gigantesco fiume, che in questo tratto segna il confine tra il Brasile e l’Argentina, improvvisamente sprofonda in verticale per ottanta metri dentro una stretta gola, detta del diavolo, formando uno spettacolare arco di cascata largo due chilometri e mezzo.
8.- Pampas significa "pianura senza alberi", impressionante vastità che colpisce più intensamente la memoria del viaggiatore.
Pampa è una parola di origine quechua che significa "pianura senza alberi".
Onorando il suo nome, la maggior parte della sua superficie è proprio rappresentata da una piatta regione di terre fertili, priva di alberi significativi, dove la figura del gaucho è ancora presente nel costume ereditato dalla tradizione contadina.
La regione geografica della Pampa Argentina è il cuore agricolo e la casa di quel simbolo del nazionalismo romantico, e cioè il gaucho.
Comprende le province di Buenos Aires, de La Pampa e le principali parti di quelle di Santa Fe e Cordoba, ed i suoi ambienti includono oltre le piatte pianure anche colline fitte di di boschi, pascoli e laghi salati rivestiti da fenicotteri.
E' indubbio però che per chi viene a visitare queste aree, è il ricordo di impressionante vastità che colpisce più intensamente la memoria del viaggiatore: ci si trova a viaggiare per chilometri e chilometri avvolti da una disarmante estensione dell'orizzonte, accompagnati unicamente dal mutare del cielo argentino.
Immensi campi di erba medica, sorgo, frumento, mais o girasole ondeggiano sospinti dal vento sotto un cielo blu infinito, percorso da gruppi di nuvole mosse da forti correnti atmosferiche in quota.
9.- Il ghiacciaio Perito Moreno offre un fenomeno naturale unico: la rottura d´immensi blocchi di ghiaccio.
All´interno del Parco Nazionale I Ghiacciai si trova il ghiacciaio Perito Moreno, una meravigliosa lingua o massa di ghiaccio di 5000 metri di fronte e 60 m di altezza sopra il livello del lago Argentino. È il piú famoso dei 356 ghiacciai che integrano il parco. A differenza d´altri ghiacciai, dove soltanto si producono distaccamenti, il Perito Moreno offre un fenomeno naturale unico: la rottura d´immensi blocchi di ghiaccio. Lo spettacolo è impressionante. Una massa colossale di ghiaccio bianco azzurro emerge dalle gelide acque.
I crolli delle sue pareti si producono costantemente, causando un forte strepito, dopo il quale la calma e il silenzio tornano a irrompere in questo paradiso gelato. Di fronte alla Penisola di Magellano, la parete di ghiaccio del ghiacciaio avanza finché taglia a metà il lago Argentino, bloccando il Canale delle Lastre e dando origine a una diga naturale. Le acque del braccio Rico salgono di livello e cominciano a pressionare ed erodere la massa di ghiaccio. La parete del glacciaio si scioglie nei suoi frammenti piú deboli attraverso i quali filtra l´acqua, fino a crollare con uno strepito imponente.
10.- Le rovine gesuitiche di Sant'Ignazio di Miní sono uno dei vari esempi dei resti delle missioni gesuitiche.
Le rovine gesuitiche di Sant'Ignazio di Miní (che si trovano e circa 60 kilometri dalla capitale della provincia, Posada) sono uno dei vari esempi dei resti delle missioni. Ci sono nel sud del Brasile, Paraguay e Uruguay.
Furono fondate agli inizi del XVII secolo per evangelizzare i nativi guaranì della zona. Queste rovine furono dichiarate Patrimonio Mondiale dell'umanità dall'Unesco nel 1984.
Questa missione arrivò a contare più di 4000 abitanti, dove i nativi erano insegnati alle funzioni cosi come la fede cristiana per i gesuiti.
Nel 1631 la maggior parte delle missioni furono assediate e distrutte per Bandeirantes (esploratori coloniali) a eccezione di questa e poche altre. Dopo l'espulsione dei gesuiti nel 1768 fu definitivamente abbandonata.
Sorto da una colonia agricola insediatasi su una missione gesuita, il paesino di Sant’ Ignazio negli ultimi anni si è ingrandito grazie all’afflusso turistico portato dalle più belle rovine gesuitiche Argentine. In messo alla selva si trova la casa dello scrittore Uruguayano Horacio Quiroga, trasferitosi in Argentina nel 1910. Innamorato del Nord Est in ogni suo libro manifestò la sua passione per la selva missionera.
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