La Corte Suprema dell’Argentina ha deciso a favore della costituzionalità della Legge sui Media, una delle norme maggiormente promosse dal governo di Cristina Fernández de Kirchner.
La legge riduce da 24 a 10 il numero massimo di licenze audiovisive che può possedere un solo proprietario. Ad esserne danneggiato sarà soprattutto il Grupo Clarín, leader multimediale del paese, che dal 2008 mantiene un confronto aperto con il governo.
La legge, approvata nell’ottobre 2009, è stata sospesa dalla giustizia dopo che il Grupo Clarín aveva impugnato quattro dei suoi articoli considerandoli incostituzionali.
Secondo i media locali, la sentenza della Corte Costituzionale viene vista come una “schiacciante” vittoria del governo nella sua battaglia contro Clarín.
Nel dicembre 2012, il giudice di prima istanza Horacio Alfonso aveva dato ragione al governo dichiarando costituzionale la legge, opponendosi così alla richiesta del Grupo Clarín.
Tuttavia, nell’aprile 2013 il Tribunale Civile e Commerciale Federale aveva dichiarato incostituzionali due degli articoli contestati da Clarín. Pertanto, si attendeva la sentenza della Corte Suprema per stabilire la costituzionalità della legge.
Uno degli articoli impugnati, il 161, obbliga i gruppi media a sbarazzarsi di tutte quelle licenze radio e televisive che superano il tetto previsto da questa norma entro un anno.
La legge riduce da 24 a 10 il numero massimo di licenze audiovisive che può possedere un solo proprietario. Ad esserne danneggiato sarà soprattutto il Grupo Clarín, leader multimediale del paese, che dal 2008 mantiene un confronto aperto con il governo.
La legge, approvata nell’ottobre 2009, è stata sospesa dalla giustizia dopo che il Grupo Clarín aveva impugnato quattro dei suoi articoli considerandoli incostituzionali.
Secondo i media locali, la sentenza della Corte Costituzionale viene vista come una “schiacciante” vittoria del governo nella sua battaglia contro Clarín.
Nel dicembre 2012, il giudice di prima istanza Horacio Alfonso aveva dato ragione al governo dichiarando costituzionale la legge, opponendosi così alla richiesta del Grupo Clarín.
Tuttavia, nell’aprile 2013 il Tribunale Civile e Commerciale Federale aveva dichiarato incostituzionali due degli articoli contestati da Clarín. Pertanto, si attendeva la sentenza della Corte Suprema per stabilire la costituzionalità della legge.
Uno degli articoli impugnati, il 161, obbliga i gruppi media a sbarazzarsi di tutte quelle licenze radio e televisive che superano il tetto previsto da questa norma entro un anno.
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