
Quando parliamo di monumenti ci riferiamo solitamente a edifici storici, opere d'arte e costruzioni in genere che hanno un'eredità storica nazionale, regionale o internazionale legata alla cultura in generale.
In questo caso mi discosterò da questa corrente ideologica e parlerò di un monumento (in realtà ce ne sono diversi in Argentina) che identifica un'eredità dei nostri antenati, un'autentica tradizione argentina che riconosce le sue origini nella cultura precolombiana e che si trova nella città di Santa Rosa, capoluogo della provincia di La Pampa in Argentina.

Il mate è un simbolo di quello che un tempo era il vicereame del Río de La Plata, in particolare Argentina, Uruguay e Paraguay, dove la yerba mate (Ilex paraguariensis) è autoctona, chiamata yerba de los jesuitas o yerba del Paraguay, mentre in Guaraní è chiamata ka'a. Dal 2013, questa bevanda popolare è stata ufficialmente dichiarata "infuso nazionale", promuovendone l'uso e il consumo in tutti i settori della società.
Infatti, gli indiani Guarani del Paraguay la utilizzavano come pianta medicinale, chiamandola "caa guazú", che tradotto dal guaranì in spagnolo significherebbe qualcosa come "splendida erba", poiché ha proprietà stimolanti (attraverso la sostanza chiamata mateina), veniva utilizzata per curare le ferite, tritata e in polvere, oppure per prevenire gli spasmi o per sedare i nervi.

Il mate divenne rapidamente una bevanda popolare (in realtà è un infuso) nel corso del XX secolo anche in altri paesi vicini: Paraguay, Bolivia e parte del Cile e del Brasile.
Monumento al compagno.
Il monumento, in cemento, fu costruito nel 1971, nel pieno della transizione dai governi militari che avevano governato l'Argentina per decenni ai governi democratici che, dopo una breve fase di stallo, furono nuovamente interrotti da un nuovo colpo di stato militare, durante il mandato di Benjamín Santos Trapaglia, all'epoca governatore della provincia di La Pampa, e del sindaco della città di Santa Rosa (dove si trova il monumento al Mate) Eduardo Feliz Molteni.
Prima del 2000 la popolarità del monumento era tale (a quel tempo quella parte della città era ancora scarsamente popolata e il monumento era visibile da molto lontano) che l'amministrazione locale decise di costruire una piccola piazza chiamata Plazoleta del Mate, collocando un monolite con una targa esplicativa.
Il Monumento al Mate è considerato una di quelle sculture o monumenti unici e poco conosciuti, distribuiti in tutto il mondo. Nel 2021 è stato completamente restaurato.

L'immagine d'archivio, appartenente alla collezione privata El Mate de Juan Uladislao Achimón, pubblicata nella sezione culturale del Comune di Santa Rosa, mostra l'aspetto del monumento pochi giorni dopo la sua inaugurazione nel 1971 e, soprattutto, la scarsa densità di popolazione della capitale della Pampa negli anni Settanta. All'epoca Santa Rosa non aveva più di 60-70.000 abitanti. Mezzo secolo dopo, oggi ne conta più di 200.000.
Nel 2004, su iniziativa degli abitanti del luogo, si tentò di cambiare il nome del monumento, proponendo il nome del promotore dello sviluppo urbano Evaristo Rosas Arias. Tuttavia, la popolazione respinse l'iniziativa, accettando solo che questo nome venisse dato alla Plazoleta stessa e non al monumento, che continua a mantenere il suo nome tradizionale.




Monumento al compagno.



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