Il Natale in Argentina è particolarmente sentito… e insolito perché l’Argentina è uno di quei Paesi, come il Brasile , in cui il 25 Dicembre è piena estate!
Uno degli inconvenienti del festeggiare il Natale con la bella stagione è la mancanza di abeti…che non resisterebbero comunque a quelle temperature addobbato per 15 giorni con tanto di lucine.
Ci si organizza quindi addobbando a festa piccole palme (vere) e (ahimè) alberelli di plastica…ma del resto, come si dice, l’importante è il pensiero, no?
In cima a questi alberelli di solito si mette un bel babbo natale sorridente! Le case sono decorate con ghirlande rosse e bianche e sulle porte sono appese le scarpe di Babbo Natale.
Il Presepe, invece, è preparato nel modo tradizionale benché ovviamente il muschio e le erbette siano sintetiche.
Il Natale era riuscito a conservare in Argentina, fino a pochi anni fa, quello che in molte altre parti del Mondo aveva perso…la sua essenza, il suo spirito.. non c’era la corsa frenetica alla ricerca dei regali…anche perché i regali si scambiavano solo per l’Epifania: i Re Magi, che facevano le veci di Babbo Natale, portavano doni ai bambini che la sera prima sistemavano le scarpe fuori dalla porta accanto ad un catino d’acqua e qualche filo di biada per rifocillare i cammelli.
La tradizione dei doni lasciati nelle calze o nelle scarpe, che siano lasciati da Babbo Natale, Gesù Bambino, Santa Klaus o la Befana, è comune a tutti i Paesi del mondo e ha un significato simbolico: ciò che mettiamo ai piedi, infatti, pone in comunicazione l’uomo con il suolo e crea un legame con il sottosuolo magico.
Oggi però questo “valore aggiunto” è andato perso in favore di qualche regalo in più e (forse) una bella tradizione in meno.
Il 6 gennaio, poi, in Argentina i festeggiamenti continuano gustando la rosea de los Reyes: un ciambellone all’interno del quale vengono nascoste uova sode e piccole bamboline.
Per Natale, invece, durante vigilia si osserva il digiuno rituale, fino a mezzanotte, e dopo la Messa che celebra la nascita del Signore, si rompe il digiuno con un bel piatto di asado (carne alla brace) o carbonada criolla. Il brindisi augurale, prò, come da buona tradizione è a base di Panettone e spumante!
Per i bambini sicuramente è un periodo bellissimo, tra regali, caldo e tre mesi di vacanze!
Uno degli inconvenienti del festeggiare il Natale con la bella stagione è la mancanza di abeti…che non resisterebbero comunque a quelle temperature addobbato per 15 giorni con tanto di lucine.
Ci si organizza quindi addobbando a festa piccole palme (vere) e (ahimè) alberelli di plastica…ma del resto, come si dice, l’importante è il pensiero, no?
In cima a questi alberelli di solito si mette un bel babbo natale sorridente! Le case sono decorate con ghirlande rosse e bianche e sulle porte sono appese le scarpe di Babbo Natale.
Il Presepe, invece, è preparato nel modo tradizionale benché ovviamente il muschio e le erbette siano sintetiche.
Il Natale era riuscito a conservare in Argentina, fino a pochi anni fa, quello che in molte altre parti del Mondo aveva perso…la sua essenza, il suo spirito.. non c’era la corsa frenetica alla ricerca dei regali…anche perché i regali si scambiavano solo per l’Epifania: i Re Magi, che facevano le veci di Babbo Natale, portavano doni ai bambini che la sera prima sistemavano le scarpe fuori dalla porta accanto ad un catino d’acqua e qualche filo di biada per rifocillare i cammelli.
La tradizione dei doni lasciati nelle calze o nelle scarpe, che siano lasciati da Babbo Natale, Gesù Bambino, Santa Klaus o la Befana, è comune a tutti i Paesi del mondo e ha un significato simbolico: ciò che mettiamo ai piedi, infatti, pone in comunicazione l’uomo con il suolo e crea un legame con il sottosuolo magico.
Oggi però questo “valore aggiunto” è andato perso in favore di qualche regalo in più e (forse) una bella tradizione in meno.
Il 6 gennaio, poi, in Argentina i festeggiamenti continuano gustando la rosea de los Reyes: un ciambellone all’interno del quale vengono nascoste uova sode e piccole bamboline.
Per Natale, invece, durante vigilia si osserva il digiuno rituale, fino a mezzanotte, e dopo la Messa che celebra la nascita del Signore, si rompe il digiuno con un bel piatto di asado (carne alla brace) o carbonada criolla. Il brindisi augurale, prò, come da buona tradizione è a base di Panettone e spumante!
Per i bambini sicuramente è un periodo bellissimo, tra regali, caldo e tre mesi di vacanze!
Se ti è piaciuto questo articolo, iscriviti al feed cliccando sull’immagine qui sotto per essere informato sui nuovi contenuti del blog:
Trovato questo articolo interessante? Condividilo sulla tua rete di contatti Twitter, sulla tua bacheca su Facebook, Linkedin, Instagram o Pinterest. Diffondere contenuti che trovi rilevanti aiuta questo blog a crescere. Grazie! CONDIVIDI SU!!
Nessun commento:
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.