domenica 20 luglio 2025

L'espansione della frontiera agricola in aree marginali

L'espansione della frontiera agricola in aree marginali ha portato al deterioramento delle risorse naturali, con significative perdite di biodiversità. Il disboscamento di vaste aree e l'uso improprio del suolo attraverso sistemi di produzione introdotti da regioni più umide creano un elevato rischio di erosione idrica ed eolica, nonché la minaccia di estinzione per un gran numero di specie selvatiche. È evidente che la regione del Chaco costituisce un sistema ecologico fragile, con rischi reali di desertificazione.

La maggior parte di questi dissodamenti, come accennato in precedenza, è stata effettuata senza considerare l'idoneità all'uso del terreno, quindi in molti casi i sistemi di dissodamento impiegati e le colture scelte si sono rivelati inadeguati. Sebbene la soia sia coltivata prevalentemente nella regione con il sistema della semina diretta, la mancanza di rotazioni adeguate crea un bilancio negativo della sostanza organica del suolo, rendendole insostenibili nel tempo. Considerazioni analoghe possono essere fatte per i pascoli di queste regioni semi-aride e aride, dove svolgono un ruolo fondamentale come regolatori ambientali. Attualmente, la loro produttività è seriamente compromessa a causa del sovrapascolo, che è il principale fattore scatenante del processo regressivo che li sta interessando. Questa situazione ha portato persino a un significativo declino del bestiame nella regione. Vengono descritte le alterazioni subite dal suolo e dalle colture: erosione idrica ed eolica, degrado fisico, diminuzione della fertilità e salinizzazione.

Si discute della necessità di un programma regionale di gestione ambientale, in grado di regolare i cambiamenti nell'uso del suolo e quindi prevenire o minimizzare il degrado del suolo (con impatti sull'ambiente e sull'idrologia), la perdita di biodiversità e di servizi ambientali, nonché effetti sociali negativi come l'esodo della popolazione. La situazione descritta merita senza dubbio un'analisi approfondita con il coinvolgimento dei governi nazionale e provinciale, poiché solleva seri interrogativi sulla sostenibilità dell'attuale modello di sviluppo.

La gestione integrata delle risorse naturali appare oggi il sistema più appropriato e sicuro per le imprese agricole, sia dal punto di vista produttivo che in termini di impatto sugli ecosistemi regionali. L'uso integrato consentirà di combinare l'uso forestale e foraggero con aree disboscate per pascolo o colture, senza causare significativi disturbi ambientali. Ciò è particolarmente importante alla luce della progressiva diminuzione delle precipitazioni osservata negli ultimi anni, nell'ambito di cicli alternati di variabilità climatica.

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