Sono rimasto molto sorpreso delle statistiche che mi ha presentato il mese di ottobre scorso.
In tutta sincerità mi sarei aspettato molto di più da Arte pubblico a Barracas, pezzi di specchio e fotografie di cielo intrappolati in cornici dorate.
Non mi ha invece sorpreso l’articolo legato al cinema argentino :I magnifici dieci, i migliori film nella storia del cinema argentino. Un articolo che è la prova di come certi argomenti suscitano interesse e di come non è sbagliato prenderli in considerazione.
Invece un classico della Patagonia come Ushuaia, la città alla "fine del mondo": grossi leoni marini e un magnifico parco naturale è rientrato nei canoni normali.
1.- Ushuaia, la città alla "fine del mondo": grossi leoni marini e un magnifico parco naturale.
Molti la definiscono la città alla “fine del mondo”. E, in effetti, eliminando il pathos un tantino drammatico, la definizione calza a pennello: Ushuaia è la città più australe del pianeta, l’ultima del mondo andando verso sud, insomma. Per davvero ci si sente come alla fine di qualcosa ad Ushuaia. Il paesaggio è intensissimo e lascia senza respiro: fuori neve, sempre neve. Attorno montagne maestose e appena di là dallo sguardo, il Cile. Se non siamo alla fine di questo mondo, a Ushuaia siamo senz’altro all’inizio di un altro: le atmosfere sono da favola, con quelle classiche casette di legno che restituiscono la vivida sensazione di una vita sorridente, gli alberi, poi, hanno nomi strani da paese delle meraviglie: Winteri di Drimys, Nothofagus e Magellano di Maytenus, tanto per dire.
2.- Clarín perde la sua battaglia contro la Fernández.
La Corte Suprema dell’Argentina ha deciso a favore della costituzionalità della Legge sui Media, una delle norme maggiormente promosse dal governo di Cristina Fernández de Kirchner. La legge riduce da 24 a 10 il numero massimo di licenze audiovisive che può possedere un solo proprietario. Ad esserne danneggiato sarà soprattutto il Grupo Clarín, leader multimediale del paese, che dal 2008 mantiene un confronto aperto con il governo. La legge, approvata nell’ottobre 2009, è stata sospesa dalla giustizia dopo che il Grupo Clarín aveva impugnato quattro dei suoi articoli considerandoli incostituzionali.
3.- Arte pubblico a Barracas, pezzi di specchio e fotografie di cielo intrappolati in cornici dorate.
Buenos Aires per me è cosí: ti servono solo tre giorni per conoscere i posti considerati ‘da vedere’ dal turista mordi e fuggi che anche solo se fa scalo in un posto dice di esserci stato. Ma, se possibile ancora piú che in altre cittá, starci e respirarla è davvero tutta un’altra cosa. È cosí che, se l’obelisco è il primo impatto, o quasi, dopo aver ingurgitato le prime medialunas della permanenza argentina, la splendida calle Lanín è un incontro che molti, pur vivendoci, non fanno. Nell’affascinante eclettismo da bocca aperta e occhi all’insú tipico – o meravigliosamente atipico – dell’architettura di questa cittá ci sono anche loro, le tre coloratissime cuadras tra Brandsen e la Avenida Suárez nel barrio di Barracas, a sud della cittá.
4.- Buenos Aires megalopoli sconfinata dove non sono i supermercati a farla da padrone.
Argentina, paese degli estremi. È l’impressione che porto con me da quando la conosco a quattro’occhi. Persone gentilissime che ti aprono porta e cuore al volo o cafonazzi che stimolano la recondita voglia di menar le mani. Buenos Aires megalopoli sconfinata dove non sono i supermercati a farla da padrone ma dove, al contrario, si continua anche ad andare dal fruttivendolo, dal calzolaio e dal macellaio sotto casa senza che nel portafogli vuoto risuoni l’eco. La Villa 31, con le sue vie di fango e le sue leggi della strada, a due passi dal centro sfarzoso, dai palazzi lussosi, da Plaza San Martín, da calle Florida con la Galería Pacifico e giusto accanto all’Hotel Sheraton. E poi bar e ristoranti alla moda e oltre, accanto a baretti e trattorie molto spartani – per non dire di piú – di quelli in cui forse in Italia non entreremmo neanche piú, aspettandoci solo polvere e tristi brioscine confezionate della Bauli.
5.- Il meglio di Argentina Tour: i 10 articoli più letti nel mese di Settembre 2013.
Prodotti tipici argentini: il mate e i suoi significati.
Il nome scientifico della pianta dalla quale si ricava la Yerba Mate è Ilex paraguayensis. Si tratta di un albero o arbusto appartenente alla famiglia delle Aghifogliacee che può misurare tra i 3 e gli 8 metri di altezza. Ha foglie perenni dicolore verde brillante leggermente chiuse con una lunghezza che varia da 4 a 10 centimetri. Di origine Sud Americana si coltiva nel Paraguay, Uruguay, Brasile, Argentina (provincia di Misiones), e nel sud della Bolivia. La Yerba Mate viene preparata con palo (con il picciolo) o sin palo (senza picciolo): l'erba con palo ha un sapore più deciso e più amaro; l'erba sin palo ha un sapore più morbido.
6.- L’anarchismo nel tango è qualcosa che si è voluto nascondere.
Tango e anarchismo: un binomio poco conosciuto che lo storico Osvaldo Bayer, studioso dell'emigrazione libertaria di origine italiana in Argentina, ha riportato alla luce in un evento di tango ospitato dalla Repubblica della Boca. Bayer è l'autore della biografia dell'anarchico italiano Severino Di Giovanni, una figura romantica che è quasi una leggenda in Argentina. In Italia Di Giovanni e Osvaldo Bayer sono entrambi quasi sconosciuti, eppure di recente di Bayer è stata tradotta in italiano la “Patagonia rebelde”, mentre lo scrittore è stato proiettato come personaggio di fantasia in due romanzi: “Millennium 2” di Manuel Vázquez Montalbán e “Il fioraio di Perón” di Alberto Prunetti. Sul tango anarchico riportiamo la traduzione di un articolo, curata da Maria Rosaria Bucci, tratto da Pagina/12.] A.P.
7.- Refranes, se non siete amanti dell’eloquio meglio che cambiate città, a Buenos Aires piace parlare.
La scrittura induce a una disattenzione, una atrofia dell’arte della memoria. Però la memoria è la «Madre delle Muse», il dono umano che rende possibile l’apprendimento.
G. Steiner, Lecciones de los maestros
Una bottiglia di vino, un tavolo intriso di discorsi, sottofondo in dos por cuatro. Se non siete amanti dell’eloquio meglio che cambiate città. A Buenos Aires piace parlare. Le gole si consumano su un indescrivibile tutto. Grandi lettori gli argentini, non pensiate mai di fare i furbi citando titoli che non destreggiate. Grandi appassionati di sport. Io venni punito sonoramente ad una festa dove mi si chiese per che squadra tifassi: “beh ovvio per la Fiore, sono di Firenze”. Pensavo che si sarebbero accontentati del solito “eh el Bati un héroe para nosotros”.
8.- I magnifici dieci, i migliori film della storia del cinema argentino.
La rivista Rumbos – esce con l’edizione domenicale di diversi giornali regionali – ha chiesto a venticinque personaggi del cinema argentino (attori, registi, scrittori, etc.) di indicare i loro film preferiti. Ne è uscita questa classifica dei “dieci migliori film” della storia del cinema nazionale. Molti di essi si possono vedere interi su youtube, quasi tutti dovrebbero essere disponibili a noleggio o acquisto, per chi vive qui. I link che ho messo io vanno al trailer su youtube, o alla pagina wikipedia, secondo come mi girava. L’inquietante foto del titolo è tratta da El dependiente; il video finale è un trailer (artigianale?) del terrificante (e amatissimo, da quasi tutti gli altri) Esperando la carroza, l’unico film che per me poteva stare tranquillamente fuori dalla lista.
9.- L’Obelisco di Buenos Aires è un monumento nazionale eretto nella capitale dell’Argentina.
L’Obelisco di Buenos Aires è un monumento nazionale eretto nella capitale dell’Argentina. L’obelisco sorge a Buenos Aires, nella Plaza de la Republíca, all’intersezione fra avenida Corrientes e 9 de Julio e fu costruito per festeggiare il quarto centenario della fondazione della città. La costruzione della struttura cominciò il 20 marzo 1936. L’obelisco fu ufficialmente inaugurato il 23 maggio dello stesso anno. Il progetto è dovuto all’architetto argentino Alberto Prebisch, uno dei rappresentanti principali del modernismo argentino, autore anche del vicino Teatro Gran Rex, su incarico dell’intendente Mariano de Vedia y Mitre, a sua volta incaricato dell’opera dal presidente Augustín Pedro Justo. Per quanto riguarda la forma del monumento lo stesso Prebisch dichiarò: «Si è adottata questa semplice e onesta orma geometrica perché è la forma tradizionale degli obelischi. Lo si è chiamato “obelisco” perché si doveva chiamarlo in qualche modo. Io rivendico per me il diritto di chiamarlo in modo più generale e generico “Monumento”».
10.- La Casa Rosada è la sede centrale del potere esecutivo e un monumento nazionale.
La Casa Rosada è la sede centrale del potere esecutivo della Repubblica Argentina e un monumento nazionale. All’interno di essa hanno sede gli uffici del Presidente della Repubblica Argentina. L’edificio sorge a Buenos Aires e si affaccia sulla storica Plaza de Mayo. Il nome gli deriva dal caratteristico colore rosato ed è considerato uno dei palazzi più importanti di Buenos Aires. Oltre alle funzioni istituzionali, la Casa Rosada ospita anche il Museo de la Casa de Gobierno, un'esposizione storica di oggetti legati alla storia del paese e dei suoi presidenti.
L’edificio sorge sulle fondamenta di quella che fu la fortezza reale di Don Juan Baltazar d’Austria, costruita dal governatore di Buenos Aires, Fernando Ortiz de Zárate, nel 1594, sulle sponde, a quel tempo ancora scoscese, del Rio de la Plata.
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