Gli Esteros del Iberá sono un grande zona umida che si estende da 15.000 a 25.000 km² nella provincia di Corrientes, nell'Argentina nord-orientale. Si tratta di un complesso sistema lentico in cui si sviluppa un ecosistema tropicale estremamente ricco e variegato.
«Esteros» è un vocabolo spagnolo che significa "zone umide". «Iberá» è un vocabolo che deriva da due termini dalla lingua guaraní: «î» (acqua) e «berá» (luminoso) e pertanto «Îberá» potrebbe essere tradotto in italiano con l'espressione "acqua splendente"; il nome Iberá fu dato presumibilmente dagli antichi abitanti della zona, i Guaraní, in base alla luminosità della superficie acquatica.
Gli Esteros del Iberá sono un insieme di paludi, acquitrini, stagni, piccoli laghi, torbe collegati fra di loro da brevi canali, che costituiscono una vasta zona umida, la seconda più grande zona umida del pianeta dopo il Pantanal brasiliano. Le acque degli Esteros sono di origine pluviale e ricoprono una superficie totale per circa 20.000 km². Gli Esteros del Iberá sono anche una delle più importanti riserve di acqua dolce del Sud America.
Grazie alla posizione geografica e al suo difficile accesso, l'area ha una popolazione animale ricco e variegato.
La fauna selvatica include molte specie a rischio per i quali questo è uno degli ultimi habitat rimasti; tra questi si includono il cervo delle paludi, il cervo delle pampas, il capibara, il lupo dalla criniera o crisocione, il caimano dal muso largo, il Caiman yacareovero, l'anaconda curiyú, la lontra neotropicale e circa 350 specie di uccelli.
Per quest'ultimo aspetto, nel 2002 una superficie di 245 km² dell'ecosistema dell'Iberá è stata indicata come zona umida di importanza internazionale con la tutela prevista dalla convenzione di Ramsar.
La zona è stata considerata a lungo inaccessibile; le prime descrizioni risalgono alla fine del XVIII secolo, grazie allo spagnolo Félix de Azara, e ai primi del XIX secolo, grazie al francese Alcide Dessalines d'Orbigny. Dal 1982 13.000 km² degli Esteros del Iberá fanno parte di un'area naturale protetta (la Reserva Natural Provincial del Iberá): è la più grande area protetta dell'Argentina e costituisce il 14% della superficie dell'intera provincia di Corrientes).
«Esteros» è un vocabolo spagnolo che significa "zone umide". «Iberá» è un vocabolo che deriva da due termini dalla lingua guaraní: «î» (acqua) e «berá» (luminoso) e pertanto «Îberá» potrebbe essere tradotto in italiano con l'espressione "acqua splendente"; il nome Iberá fu dato presumibilmente dagli antichi abitanti della zona, i Guaraní, in base alla luminosità della superficie acquatica.
Gli Esteros del Iberá sono un insieme di paludi, acquitrini, stagni, piccoli laghi, torbe collegati fra di loro da brevi canali, che costituiscono una vasta zona umida, la seconda più grande zona umida del pianeta dopo il Pantanal brasiliano. Le acque degli Esteros sono di origine pluviale e ricoprono una superficie totale per circa 20.000 km². Gli Esteros del Iberá sono anche una delle più importanti riserve di acqua dolce del Sud America.
Grazie alla posizione geografica e al suo difficile accesso, l'area ha una popolazione animale ricco e variegato.
La fauna selvatica include molte specie a rischio per i quali questo è uno degli ultimi habitat rimasti; tra questi si includono il cervo delle paludi, il cervo delle pampas, il capibara, il lupo dalla criniera o crisocione, il caimano dal muso largo, il Caiman yacareovero, l'anaconda curiyú, la lontra neotropicale e circa 350 specie di uccelli.
La zona è stata considerata a lungo inaccessibile; le prime descrizioni risalgono alla fine del XVIII secolo, grazie allo spagnolo Félix de Azara, e ai primi del XIX secolo, grazie al francese Alcide Dessalines d'Orbigny. Dal 1982 13.000 km² degli Esteros del Iberá fanno parte di un'area naturale protetta (la Reserva Natural Provincial del Iberá): è la più grande area protetta dell'Argentina e costituisce il 14% della superficie dell'intera provincia di Corrientes).
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